Erasmus+ Fab Lab León

Erasmus+ Fab Lab León



ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Massimiliano Ferré

dal 01/06/2022 al 07/06/2022
Hosting organization: Fablab Leon - Spagna
Progetto 2021-1-IT02-KA122-ADU-000020427

 

 

 

LA SEDE E IL CONTESTO TERRITORIALE

Il Fab Lab León è situato a San Andrés del Rabanedo, in una zona di periferia, non lontano da un centro commerciale e a circa 40 minuti a piedi dal centro di León, capoluogo dell’omonima provincia. León è una città molto turistica, con circa 120000 abitanti, ricca di chiese e monumenti romani di alto valore artistico.
Parte del turismo proviene dall’interno della nazione, ma la città è anche conosciuta come antica tappa dell'itinerario seguito dai pellegrini provenienti dal centro Europa verso Santiago di Compostela.
León è anche città universitaria e tra gli indirizzi di studio è presente Ingegneria industriale e Scienze biologiche.

Fino a circa un paio di anni fa il Fab Lab León era situato a León in uno spazio differente e raggruppava principalmente spazi di coworking.

La recente sede dall’esterno ha l’aspetto del tipico capannone industriale, tant’è vero che lo stabile confina con altri due capannoni in cui vengono svolte attività commerciali.
L’aspetto esterno dello stabile colpisce notevolmente perchè sull’intera facciata vi è un murale, realizzato da un artista locale; l’illustrazione prende spunto dal celebre film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick: nello specifico si vede un bambino che, toccando un monolite, guarda un’altra serie di bambini tirare verso di sé, con delle corde e con forza straordinaria, un mondo ecosostenibile, verde.

La transizione grafica che porta questo mondo ricco di natura verso un terreno arido e triste viene rappresentata da dei pixels: la tecnologia digitale, se utilizzata in maniera intelligente, può aiutare l’uomo a migliorare l’ambiente che lo circonda.

Il cortile che precede l’ingresso del laboratorio penso possa essere maggiormente sfruttato, sia per lo svolgimento di attività ludiche, che per l’installazione di opere.

All’interno della sede lo stile cambia completamente. Oggetto di una profonda ristrutturazione durata anni, lo spazio, di circa 500 metri quadri totali, si presenta subito molto ampio e luminoso; i numerosi tunnel solari presenti sul soffitto dell’edificio e alcune ampie finestre permettono di sfruttare per quasi l’intera giornata l’illuminazione naturale.

Da subito si percepisce una particolare attenzione da parte dello staff del Fablab León nei confronti dell’impatto ambientale che hanno le proprie attività.
Lo spazio e le aree di lavoro si presentano molto ordinate e pulite e possono essere così suddivise:

  • ingresso con postazione di disinfezione e controllo temperatura

  • Grosso open space contenente:

    • postazioni singole con computer desktop

    • vani con lucchetto per la custodia di oggetti personali

    • scaffali ed espositori per lo più movibili, con progetti personalizzati che spiegano in maniera chiara i processi di fabbricazione o l’utilizzo di specifico hardware

    • una lavagna e un monitor movibile

    • due grossi tavoli da lavoro

    • postazioni dedicate alla stampa 3d e all’elettronica

    • postazione dedicata al plotter da taglio Roland

    • esposizione di biomateriali (sperimentazioni legate per lo più al format fabricacademy)

  • Angolo relax con cucina e divani ricavati da bancali, con fodere e cuscini ricamati all’interno del fablab

  • Spazio dedicato alla fresatura: la fresa cnc in dotazione è dedicata esclusivamente alla lavorazione del legno e l’area di lavoro ha dimensioni di circa 200 x 100 cm, con piano aspirato. All’interno di questo spazio c’è una postazione con un computer e da un’altra porta si accede ad un magazzino abbastanza ampio, che viene utilizzato prevalentemente per stipare attrezzature e materiali che non vengono usati. Dal magazzino, a sua volta si accede ad un piccolo spazio aperto, una sorta di cortiletto, che viene purtroppo poco sfruttato.
    La porta che separa l’area fresa dall’open space è insonorizzata: questo permette di poter usare la macchina anche quando ci sono corsi o altre attività.

  • Un’altra stanza viene invece dedicata al taglio laser: la macchina in dotazione è un EPILOG 40W, che riesce ad arrivare fino a 10 mm di taglio. I membri dello staff mettono a disposizione un paio di fascicoli pieni di prove e campioni per poter individuare i parametri corretti per il taglio / incisione, in funzione del tipo di materiale e spessore da sottoporre a lavorazione. Un’importante differenza rispetto il laser in nostro possesso è che l’incisione raster viene definita dal parametro dpi (risoluzione), mentre il taglio viene effettuato variando spesso il valore di frequenza (Hz), oltre che di velocità e potenza.

All’interno di questo spazio c’è una vecchia stampante 3d FDM HP che non viene più utilizzata, una termopressa, un paio di macchine per la stampa tramite sublimazione per la personalizzazione di tazze e bicchieri.

  • Al piano terra c’è uno spazio delimitato da delle vetrate che si presenta come un ufficio ma che in realtà viene dedicato a sperimentazioni e corsi legati al tessile e al wearable (elettronica indossabile): argomenti di cui il Fablab León è orgogliosamente promotore e innovatore a livello globale.

  • Al piano superiore gli spazi si suddividono in questa maniera:

    • postazioni informatiche generiche

    • 10 singole postazioni per corsi con monitor e lavagna

    • una piccola area dimostrativa con stampante 3d e altre attrezzature digitali che vengono utilizzate per spiegare alle scuole che vengono in visita cosa significa costruire un “fablab”.

    • un tavolo per le riunioni

    • un piccolo ufficio che viene utilizzato per riunioni o videochiamate

    • una ricamatrice antica hackarata e convertita in macchina a controllo numerico

All’interno dello spazio ci sono tantissimi materiali e prototipi che vengono spesso utilizzati come esempi per mostrare il principio di funzionamento delle molteplici tecnologie.
Ci sono diverse piccole frese cnc che però vengono poco utilizzate.

E’ curioso come le attività svolte al piano superiore non interferiscano acusticamente con le attività svolte al piano terra.

Le postazioni informatiche, spesso utilizzate da bambini e adolescenti, non sono state disposte in modo molto comodo. Per gli utenti con alle spalle lo schermo e il docente, risulta poco agevole seguire perché devono spesso girarsi per vedere le istruzioni ed interagire con il formatore.

 

LO STAFF E L’ORGANIZZAZIONE

La Fondazione TMA (Telice Magnetic Anomaly) è un'organizzazione no-profit creata nel 2011 dall'azienda TELICE, con la missione di stimolare l'innovazione, l'imprenditorialità, la leadership e l'interesse per la scienza e la tecnologia a tutti i livelli della società.
Fin dalle sue origini, la Fondazione TMA ha promosso un progetto che è l'anima delle sue attività, il Fab Lab León, un maker space pionieristico in Spagna in cui si raggiunge l'eccellenza in tutto ciò che riguarda la cultura della fabbricazione digitale e il suo enorme campo di possibilità.
Il loro motto è risvegliare la curiosità e accompagnare il processo di scoperta e innovazione attraverso la realizzazione a spirale di progetti per rafforzare le persone.

Il Fab Lab León si attiene in maniera scrupolosa agli obiettivi dell’Agenda 2030 (obiettivi di sviluppo sostenibile), parte integrante della mission dalla Fondazione TMA.

I principali membri dello staff sono:

  • Nuria, Fablab Manager. Ingegnere meccanico, ex docente universitaria. Coordina le attività, si occupa delle relazioni con i fornitori e cura l’organizzazione e i contenuti degli eventi legati a She makes, Poderosas, jovenes makers, Fabric Academy e all’imprenditoria femminile. Lei è l’unica figura stipendiata dalla Fondazione TMA all’interno del Fab Lab León 

  • Adrian, maker esperto di informatica e elettronica. Lavora come funzionario per una famosa azienda di trasporti su rotaia spagnola e spesso, potendo lavorare in modalità smart working, eroga formazione online dall’interno del Fab Lab León. Volontario, è tutor di alcuni studenti iscritti alla Fab Academy e si occupa di preparare, insieme a Nuria e Pablo, tutto il materiale didattico per i laboratori dei bambini. Si occupa anche di pianificare attività di sperimentazioni ed eventi che vengono programmati all’interno del Fab Lab.

  • Pablo, maker esperto di informatica e elettronica, insieme ad Adrian segue alcuni allievi all’interno del percorso formativo internazionale “Fab Academy”. Come Adrian, finite le scuole superiori ha frequentato una scuola professionale dedicata alla programmazione e alla robotica; si occupa di tenere corsi con bambini e ragazzi. “Fabrico tus ideas” è la sua attività professionale, che svolge prevalentemente all’interno del Fab Lab: pagando l’uso delle macchine e dei materiali realizza progetti conto terzi.

Per alcune attività formative con bambini e ragazzi vengono spesso coinvolti anche Edgar e Tania, che hanno buone competenze espositive e conoscono bene i software di progettazione (inkscape in primis).

Cesáreo è il presidente della Fondazione TMA ed è costantemente aggiornato sull’evolversi dei progetti, non solo all’interno del Fablab León, ma anche all’interno della comunità internazionale dei fablab. Insieme a lui e Nuria, è stato possibile confrontarsi in maniera costruttiva sui vari aspetti che caratterizzano i Fablab (le difficoltà legate al sostentamento, la partecipazione a programmi europei e internazionali).
Cesáreo e Nuria hanno dimostrato molto interesse nei confronti del progetto “Spazio Gioco” e in generale dell’impatto sociale che il We Do Fablab ha avuto negli ultimi anni.

Almeno una volta al giorno Nuria, Pablo e Adrian si riuniscono per fare delle attività di brain storming, non solo per pianificare la giornata ma anche per discutere di eventuali problematiche sorte durante alcuni tutoraggi / docenze.

 

LE ATTIVITA’

Il Fablab León non prevede aperture al pubblico.

Può essere che qualcuno passi in laboratorio per chiedere informazioni, ma non necessariamente gli viene mostrato il laboratorio. Se la richiesta può essere classificata come commessa è molto probabile che sarà Pablo ad occuparsene.

Le attività svolte con maggior frequenza sono i laboratori per bambini e adolescenti: non si tratta di semplici corsi dedicati ai giovani in cui vengono utilizzate le macchine per la fabbricazione digitale, ma veri e propri percorsi di progettazione, studio teorico dei concetti base, applicazioni pratiche, test, assemblaggio di manufatti che i partecipanti potranno portarsi a casa. Anzi, a parte nella fase iniziale in cui vengono mostrate le potenzialità delle macchine (principalmente taglio laser, plotter da taglio, stampa 3d), i piccoli makers raramente utilizzano le attrezzature in prima persona.

Vengono organizzate attività pomeridiane (dopo scuola) e attività estive con bambini dai 7 ai 14 anni.
Più che dei Fablab kids generici i percorsi didattici vengono inquadrati come vere e proprie Accademie, della durata di sei o più mesi.
Ogni allievo ha un solo appuntamento a settimana, della durata di un’ora e mezza.
La maggior parte del tempo progettano usando software di grafica vettoriale (Inkscape), sotto la guida di un membro dello staff.
A volte viene concessa l’”attività libera” in cui comunque i giovani partecipanti svolgono a scelta attività propedeutiche alla fabbricazione digitale.
Quando non si progetta si assembla, si spellicola, si connettono cavi e si creano piccoli circuiti.

La mole di lavoro per la preparazione dei laboratori è enorme: test, taglio e stampa dei materiali, preparazione delle slide, realizzazione e montaggio video.
Tra un appuntamento e l’altro i disegni dei partecipanti vengono “puliti” e sistemati affinché siano al 100% realizzabili.
Ad inizio lezione il docente riprende spesso i concetti spiegati la volta precedente, utilizzando la piattaforma https://kahoot.it .

Altro aspetto curioso riguarda i genitori dei bambini, che non entrano nel laboratorio.
Durante questo lungo percorso gli allievi portano a casa numerosi manufatti, che tendenzialmente mostrano e spiegano ai propri genitori.
Inoltre, alla fine del percorso viene organizzata una piccola esposizione in cui i genitori sono invitati per vedere i progetti realizzati. È in questo contesto che i giovani raccontano e spiegano ai propri genitori tutto ciò che hanno imparato e realizzato.

Il progetto “Jovenes makers” è molto curioso perché permette ad adolescenti di realizzare il proprio progetto tecnologico, tendenzialmente per attività legate al percorso scolastico (es.: tesine), ad un costo fisso mensile. In questo contesto abbiamo avuto la possibilità di conoscere Irene, studentessa delle scuole medie; con il cartone ha ricostruito un appartamento 3d, all’interno del quale ha inserito numerosi led e circuiti per simulare il funzionamento dell’impianto elettrico.  Un altro ragazzo invece si è recato nel Fab Lab per migliorare il progetto di una barca radiocomandata: tramite Tinkercad ha pensato di stampare delle nuove eliche che permettano di conferire maggiore velocità al modello, interamente stampato in 3d.

She makes è un programma europeo di cui Nuria è porta voce ed autrice di alcuni tutorial ospitati sulla piattaforma shemakes.eu. E’ un progetto fatto di eventi e di persone in connessione tra loro, dedicato all’implementazione delle competenze delle ragazze nell’ambito della moda sostenibile. L’obiettivo è creare opportunità e consentire alle donne di assumere ruoli di maggior valore professionale ed economico, grazie all’accesso a nuove competenze tecnologiche, nonché ad una rete di persone con la stessa passione e a modelli di business a cui fare riferimento.
 

L’ESPERIENZA VISSUTA

Durante il primo giorno di job shadowing ho assistito allo svolgimento online di una delle ultime lezioni della Fab Academy, durante la quale veniva richiesto da parte del celebre Neil Gershenfeld, docente presso il Massachusetts Institute of Technology e direttore del Center for Bits and Atoms, di esporre i propri progetti ad un centinaio di studenti.
La Fab Academy è un programma intensivo di cinque mesi che insegna a immaginare, progettare e prototipare utilizzando strumenti e macchine della fabbricazione digitale. È un’esperienza di apprendimento multidisciplinare e pratica che consente di imparare facendo, ispirando a fare cose a livello locale per diventare partecipanti attivi in ​​città e comunità sostenibili.

Promuove un’esperienza di apprendimento pratica e veloce in cui studenti e studentesse pianificano ed eseguono un nuovo progetto ogni settimana seguendo un modello educativo ibrido (Globally Distributed Education): i/le partecipanti non sono isolati, ma raccolti in gruppi di lavoro locali con colleghi, mentori e macchine. Tutti sono collegati a livello globale in un campus online con condivisione di contenuti e lezioni video interattive. I singoli fablab diventano nodi (hub locali) per i partecipanti locali.

Grazie a questa full immersion, purché limitata ad un giorno, ho potuto acquisire informazioni pratiche sull’adesione al programma: 

  • COSTI
    Non ci sono costi da sostenere per far rientrare il proprio Fablab nella rete dei laboratori che possono ospitare il programma formativo.
    Gli studenti che si iscrivono e che partecipano al programma all’interno del proprio Fablab pagano 5000 euro.
    Circa metà della cifra viene destinata al Center of Bits and Atoms, gestito da Neil Gershenfeld, docente e principale referente dell’intero programma; l’altra metà viene divisa tra il compenso che viene destinato al docente in loco e la copertura delle spese che il Fablab deve sostenere (materiali, uso macchine, tutoraggio).
     
  • REQUISITI
    Oltre a dover possedere determinate tipologie di attrezzature, il Fablab deve necessariamente ospitare in loco un docente, cioè un ex partecipante della Fab Academy.
     
  • PROGRAMMA
    Il corso dura circa 5 mesi, con una media di un appuntamento a settimana. In realtà ad ogni incontro vengono assegnati task e argomenti da approfondire, quindi per il partecipante l’impegno richiesto risulta notevole. 

 

Durante l’intero periodo di permanenza Nuria, Pablo e Adrian si sono dimostrati sempre disponibili, sia nello spiegare il loro metodo organizzativo, sia nel dare consigli e suggerimenti pratici relativamente a specifiche tecnologie.
Ad esempio abbiamo potuto confrontare le differenze di funzionamento tra la loro macchina per il taglio laser e la nostra.

Nuria si è resa disponibile nel mostrarci le sperimentazioni effettuate con bio materiali. Abbiamo potuto conoscere alcuni tipi di resine e tessuti che, se combinati tra loro, danno origine a materiali con caratteristiche uniche. Anche in questo campo, la stampa 3d può essere utile, grazie alla possibilità di realizzare pattern parametrici che facilmente si adattano alle necessità umane (es.: plantare di una scarpa).

Il Fab Lab León partecipa anche al programma Fabric Academy, un corso transdisciplinare focalizzato sullo sviluppo delle nuove tecnologie nell'industria tessile nelle sue diverse applicazioni, dall'industria della moda ai wearables agli e-textile.
In tal senso, grazie al prezioso supporto di Nuria, ho avuto modo di sperimentare l’uso della tecnologia wearable: grazie a del filo conduttivo sono riuscito a cucire piccoli peluche in cotone e feltro e a realizzare, all’interno degli stessi, piccoli circuiti con lo scopo di accendere e spegnere dei led.

Oltre a scoprire una fitta lista di materiali conduttivi di cui non conoscevo l’esistenza, ho scoperto come, questi stessi materiali possano essere utilizzati come resistori: ad è esempio è possibile utilizzare il Velostat (un foglio di carbone rivestito di materiale plastico) per realizzare un sensore analogico. Infatti ci sono materiali conduttivi al 100% e altri che sono capacitivi, quindi a seconda di come si “trattano” (si tirano, si schiacciano, …) variano la loro capacità di far passare la corrente elettrica.

Un paio di giorni li ho dedicati alla realizzazione di due pannelli espositivi che verranno utilizzati come campionario per la realizzazione di Marble machine / chain reaction, durante un evento dedicato ai bambini.

Nello specifico i partecipanti dovranno realizzare una serie di piste e percorsi utilizzando materiali di riciclo, per questo si è reso necessario progettare e realizzare, utilizzando prevalentemente cartone, una serie di modelli che i piccoli partecipanti potranno prendere come esempio. 

 

IL RITORNO NEL WE DO FABLAB

L’esperienza è stata utile sotto diversi punti di vista:

  • organizzazione: l’efficienza e la determinazione dell’esiguo gruppo di lavoro lascia intendere che per gestire progetti e attività di portata internazionale non servono necessariamente tante persone, ma basta che le poche persone siano sempre presenti e aggiornate sugli sviluppi.
    Nei mesi a seguire mi piacerebbe coinvolgere un maggior numero di volontari, anche senza particolari competenze, affinché possano emergere persone disposte a dedicarsi con passione e a tempo quasi pieno al progetto

  • aspetto umano: nonostante i diversi caratteri, i diversi inquadramenti all’interno del Fab Lab e le competenze abbastanza omogenee, il gruppo di lavoro agisce in maniera sinergica e serena, confrontandosi spesso sui minimi dettagli con lo scopo di migliorare sempre di più.
    Nei mesi a seguire mi piacerebbe organizzare incontri periodici di confronto con lo staff;

  • materiali e accessori: ho acquisito competenze base legate alle tecnologie “indossabili” e ho toccato con mano applicazioni pratiche, principalmente orientate ad un’utenza di età scolare. Nei prossimi mesi, insieme ad alcune mie collaboratrici vorrei dedicarmi al cucito e alla realizzazione di piccoli circuiti interattivi, con lo scopo di creare una piccola community appassionata di cucito ed elettronica;

  • gestione dei laboratori per bambini e ragazzi: l’approccio serio e rigoroso ai contenuti, mi fa intendere che alcuni percorsi andrebbero affrontati in maniera più strutturata coinvolgendo persone con specifiche competenze pedagogiche. Nei mesi a seguire mi piacerebbe prevedere l’organizzazione di una piccola “Accademia per giovani inventori”.

L’esperienza nel suo complesso è stata decisamente positiva e mi ha permesso di rivalutare il significato della parola “volontariato” e “multidisciplinarità”.

Con Nuria avremo occasione di incontrarci presso il Bootcamp del Lab Aberto Fablab, a Torres Vedras, Portogallo.
Rimarremo sicuramente in contatto e in futuro mi piacerebbe prevedere la realizzazione di qualche progetto in partnership con loro. 


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