Erasmus+ Lab Aberto Fablab

Erasmus+ Lab Aberto Fablab



ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Massimiliano Ferré

dal 14/07/2022 al 17/07/2022
Hosting organization: Lab Aberto Fablab - Portogallo
Progetto 2021-1-IT02-KA122-ADU-000020427

 


PREMESSE
Abbiamo preso contatti con il Lab Aberto Fablab circa un anno fa, quando stavamo cercando fablab e makerspace europei disponibili ad ospitarci per alcune mobilità nell’ambito Erasmus.

Antonio, presidente dell’Associazione e professore di Fisica, ha risposto dimostrandosi interessato e nel giro di poche settimane abbiamo organizzato una prima videochiamata conoscitiva. Da subito mi sono reso conto che oltre a sembrare uno spazio accogliente e ampio, il laboratorio gestito da Antonio aveva all’attivo svariate attività tecnologiche, soprattutto sotto il punto di vista elettronico e informatico. 

Durante il secondo incontro online, avvenuto tra Aprile e Maggio, Antonio mi ha raccontato l’evento a cui stava lavorando ormai da mesi: organizzare un Bootcamp, ossia un insieme di workshop, talk e progetti concentrati in quattro giorni a cui chiunque può, previa registrazione, parteciparvi; un evento organizzato per permettere a persone che condividono interessi e/o attività comuni di incontrarsi, assistere a lezioni, partecipare a dibattiti, conoscere progetti e prodotti e partecipare a laboratori pratici. Queste attività mirano a trasmettere conoscenze essenziali su questi temi, in un breve lasso di tempo, svolgendosi in un ambiente formativo, collettivo o collaborativo.

Dopo aver visionato il programma mi è stato chiesto di aderirvi non solo come partecipante, ma come relatore.

Prima di approfondire l’argomento ho dovuto visionare con attenzione il calendario dell’evento, per comprendere con chiarezza gli argomenti e la complessità dei progetti da realizzare durante l’iniziativa.
Da subito ho pensato di coinvolgere Domenico e Nicolò, sapendo che le loro competenze sarebbero risultate utili all’interno del Bootcamp.
Di fatto Antonio mi aveva fatto capire che lui e il suo staff sarebbero stati entusiasti di ospitarci, ma allo stesso tempo, visto l’evento di portata internazionale, avrebbero avuto bisogno di aiuto.
Detto fatto!
Durante una terza videochiamata, avvenuta intorno alla fine di Giugno, abbiamo quindi definito i ruoli.
Con grande onore Antonio, che nel frattempo aveva avuto modo di conoscere a distanza la realtà del We Do Fablab, mi ha proposto di tenere una breve talk sui fablab scolastici. A Domenico e a Nicolò è stato affidato il compito di aiutare, rispettivamente, il coordinamento dei progetti “Nelson Mandela statue” e “Polargraph”.

 

LA SEDE E IL CONTESTO TERRITORIALE
Il Lab Aberto Fablab è un’Associazione No Profit e si trova a Torres Vedras (Portogallo), a circa 40 minuti da Lisbona. Torres Vedras è un paese di circa 70000 abitanti, con alcuni resti di fortificazioni che difendevano il territorio dalle truppe napoleoniche.

Ho scoperto successivamente che non lontano esiste una spiaggia molto famosa per chi ama fare surf: Santa Cruz.

Appena arrivati in aeroporto e durante l’intero evento abbiamo ricevuto tutte le informazioni di cui avevamo bisogno: l’accoglienza di Clara e Cristina, volontarie dell’Associazione, è stata gentile e premurosa.

Il laboratorio è inglobato all’interno di una struttura denominata Lab Center, che rappresenta un spazio molto ampio di proprietà privata, precedentemente utilizzato a scopi commerciali. Il Lab Aberto Fablab occupa alcuni di questi spazi, mentre molti uffici (evidentemente ex negozi) sono stati affittati a professionisti e aziende, che spesso collaborano con l’Associazione.
Lo stabile ha due ingressi distinti e si sviluppa su due piani. Ci sono una quindicina di uffici, alcuni dei quali vuoti, mentre il Fablab occupa 3 ambienti tra loro collegati, senza porte.
Lo spazio complessivo si aggira intorno ai 1000 metri quadri, mentre lo spazio a disposizione del Fablab è di circa 150 metri quadri.

Durante il Bootcamp, tuttavia, molti degli spazi in comune e alcuni uffici sono stati utilizzati dall’Associazione per la parte organizzativa e per lo svolgimento di alcuni workshop.
In particolare la hall centrale, molto ampia e luminosa, si è prestata bene alle presentazioni, talk e seminari.

Mi ha sorpreso constatare la disponibilità di un privato ad accogliere un’Associazione all’interno di quello che era un centro commerciale, con una forte impronta di business. Confrontandomi con lo staff dell’Associazione, in questo caso, è risultata fondamentale l’ampia visione delle parti, dove la progettazione collaborativa ha rappresentato la chiave per il rilancio della cultura, della tecnologia anche al fine di stimolare la comunità locale.

Anche il ruolo del Comune di Torres Vedras risulta fondamentale: attualmente l’Associazione è supportata economicamente dal Comune e, spesso, gli eventi realizzati sono patrocinati dall’ente stesso.
 

SPAZI E ATTREZZATURE
All’interno del Fablab vi sono tre aree:

  • spazio coworking con due scrivanie da lavoro e un grosso tavolo centrale; sul perimetro di questa stanza ci sono dei banchi prevalentemente occupati da stampanti 3d

  • piccolo spazio dedicato alla saldatura e alla realizzazione di circuiti elettronici

  • piccolo spazio con un paio di stampanti 3d e una piccola fresa cnc

  • uno spazio di circa 25 m^2 con attrezzi da falegnameria/carpenteria più un altro paio di postazioni da lavoro


In totale il Fablab possiede circa 5 stampanti 3d a filamento, ma ho intravisto anche una SLA che non è stata ancora messa in funzione.
E’ notevole la quantità di materiale elettronico a disposizione. Di fatto mi è sembrato di capire che tra Antonio e Joao, vicepresidente, le competenze per lo più ruotino intorno l’ambito elettronico - informatico.
Il laboratorio possiede anche una piccola lasercut che di tanto in tanto viene data in prestito ad un negozio di ricamo e cucito, di lì a pochi metri. Abbiamo avuto modo di visitare quest’ultimo spazio e scoprire che anche il negozio prevedeva una parte laboratoriale dedicata ai corsi di crafting e decorazione.

Anche se l’Associazione non prevede numerose aperture settimanali, la maggior parte degli utenti che frequentano il Fablab proviene dal Polytechnic di Leiria, una Università con molti percorsi formativi legati alla tecnologia.

 

LE ATTIVITA’ DEL BOOTCAMP
Dal sito del bootcamp del Lab Aberto Fablab: “La società 5.0 può essere definita come una società incentrata sull'uomo che bilancia il progresso economico con la soluzione dei problemi sociali in un sistema che integra il cyberspazio (spazio virtuale) e lo spazio fisico (reale). L'obiettivo della Società 5.0 è quello di creare una società in cui le soluzioni alle sfide sociali vengano trovate incorporando le innovazioni della quarta rivoluzione industriale (ad esempio l'Internet degli oggetti (IoT), i Big Data, l'intelligenza artificiale e l'economia circolare) nell'industria e nella vita quotidiana. Il termine è stato proposto dal governo giapponese nel 2016 e si rivolge a qualsiasi aspetto della società come salute, mobilità, infrastrutture, politica, governo, economia e industria.

Dal nostro punto di vista, l'implementazione di aspetti della cultura Maker e dell'ecosistema FAB LAB fornisce un ambiente favorevole allo sviluppo di un modello mentale scientifico-tecnologico, strettamente legato a un atteggiamento attivo di problem-solving in modo collaborativo e creativo, a una cultura della sicurezza, che può essere una rilevante e valida risposta complementare all'odierno sistema educativo che, nonostante si consideri pensato per aiutare e preparare questa giovane generazione alle sfide del prossimo futuro, in termini reali non è in grado di fornire loro gli strumenti sopra citati, né di incoraggiare gli insegnanti a cercare alternative per risolvere il divario tra progettazione e istruzione.

Con Nicolò e Domenico mi sono recato presso la sede dell’Associazione ospitante lo stesso giorno del nostro arrivo, per aiutare nei preparativi (montaggio insegne, predisposizione dei materiali…) e conoscere lo staff del Lab Aberto Fablab.


GIOVEDI’ 14 LUGLIO 2022
La nostra avventura è iniziata con la visita della Escola Secundaria Henriques Nogueira.

La scuola, paragonabile ad un nostro Istituto Comprensivo, è all'interno di un edificio moderno, con una piccola reception, un bar e una cartoleria dedicata agli studenti.
Tra un corridoio e l’altro compaiono dei piccoli giardinetti, laboratori, una biblioteca e un’area interamente dedicata ai libri per persone ipovedenti.
La scuola è dotata di un fablab, di dimensioni modeste, da poco allestito grazie al contributo economico del Comune e al supporto tecnico del Lab Aberto Fablab.
In questa occasione ho conosciuto Rita Costa, responsabile dei progetti Erasmus dell’Istituto, con nove progetti in fase di realizzazione. Con lei ci siamo scambiati i contatti per valutare un’eventuale collaborazione all’interno dell’ambito Erasmus.


Rientrati presso la sede del Lab Center ho dedicato dell’attenzione all’avvio dei progetti “Nelson Mandela statue” e “Giant Polargraph Plotter” aiutando nella preparazione dei materiali, confrontandomi e ricercando informazioni utili allo sviluppo dei progetti stessi.
La prima giornata è stata da considerarsi quasi come pilota: tutti i partecipanti, gli espositori e i membri dell’organizzazione si sono conosciuti e confrontati.


Sin da subito mi sono reso conto della massima disponibilità da parte dell’organizzazione nell’aiutarci durante l’apprendimento e lo svolgimento delle attività di job shadowing.
Sia i circa 10 studenti volontari che i professionisti espositori si sono dimostrati gentili e interessati a scambiare esperienze legate alla fabbricazione digitale, all’insegnamento e alla gestione di spazi creativi.
La prima giornata l’ho dedicata a conoscere parte dello staff, buona parte dei volontari (studenti) e relatori ospiti dell’evento.
Mi ha colpito sin da subito come tutte le realtà presenti (liberi professionisti, aziende, associazioni, volontari, aziende) fossero in sintonia sin dal primo giorno.
 

VENERDI’ 15 LUGLIO 2022
La giornata è iniziata con interventi istituzionali da parte del Comune di Torres Vedras, dopodiché sono iniziati ufficialmente i TALK:

  • “FAB@school in Denmark” di Hanne Voldborg Andersen (Danimarca).
    Hanne rappresenta una figura non ancora esistente in Italia, che si occupa di mettere in relazione istituzioni e fablab, soprattutto con l’ottica di creare nuovi spazi di apprendimento tecnologici. E’ coordinatrice dei fablab danesi, a livello nazionale.
    Ha illustrato in maniera schematica ed illustrata una visione molto educativa ed esplorativa del mondo “fablab”, sottolineando quanto non siano importanti le tecnologie o gli spazi, ma quanto lo siano il processo di insegnamento e l’inclusione degli studenti. Ho solo scoperto successivamente che Hanne aveva sostenuto nel 2017 la costituzione del Lab Aberto Fablab con una lettera destinata al Comune di Torres Vedras. Attualmente è consulente del Lab Aberto Fablab e si occupa di gestire la parte di Management (gestione progetti e attività) che ruota intorno all’Associazione. 

  • “Fab@School”, Michael Stone, Public Education Foundation (USA)”.
    E’ Direttore dell’apprendimento innovativo per la Public Education Foundation in Chattanooga, Tennessee.
    Michael incentiva opportunità di sviluppo professionale innovative per gli insegnanti, specializzandosi nell’integrazione della tecnologia, nell’apprendimento basato sul “learning by doing” e nei modelli di fabbricazione digitale che trasformano il modo in cui gli studenti si impegnano con i metodi e i contenuti.
    Dopo aver fatto alcune ricerche sul suo conto ho trovato un suo libro gratuito: https://www.devxpd.org/letmetryit .

  • “STEAM in Oulu – Community of practice for STEAM and digital fabrication in education“, Megumi Iwata (Japan).
    La presentazione di Megumi si è concentrata principalmente sulla struttura universitaria finlandese, con particolare attenzione al mondo del fablab, ma senza entrare nello specifico delle attrezzature.

  • “Fabricademy“, Nuria Robles Miguélez, fablableon.org.
    Successivamente ci sono state altre Talk, tra cui quella di Nuria Robles Miguelez del Fablab Leon (Fablab in cui sono stato un mese prima per un’attività di job shadowing), che ha brevemente raccontato la storia e le esperienze della loro realtà per poi raccontare come funziona il percorso formativo Fabricademy: un corso multidisciplinare per lo sviluppo di nuove tecnologie applicate all’industria tessile, nella sua ampia gamma di applicazioni, dall’industria della moda al nuovo mercato dedicato ai wearable.

Purtroppo non sono riuscito a seguire tutte le talk perché il resto della mattinata l’ho impiegato nell’acquisire informazioni organizzative e a conoscere esponenti internazionali del mondo accademico.

“FAB LAB HN: how to implement a Fab Lab in a school?“
Nel primo pomeriggio ho partecipato alla tavola rotonda intitolata “Come implementare un Fablab in una scuola” presso la Escola Secundaria Henriques Nogueira. All’incontro hanno partecipato:

  • alcuni membri dell’organizzazione, tra cui Antonio

  • liberi professionisti, tra cui Sebastiao Bizarro, costruttore di macchine cnc

  • esponenti di fablab, tra cui Joao Milheiro del Fablab Adeias do Xisto, che avevo conosciuto online in una delle videochiamate

I partecipanti presenti erano per lo più docenti o responsabili di laboratori didattici che erano interessati ad acquisire informazioni sull’argomento.

La discussione si è incentrata fondamentalmente sull’esperienza del nuovo fablab scolastico Henriques Nogueira, da poco avviato grazie alla collaborazione del Lab Aberto Fablab e il Comune di Torres Vedras. E’ stato utile leggere e discutere dati legati alla gestione e allo sviluppo di un progetto affidato al Lab Aberto che ha ricevuto 67000 euro da utilizzare in 4 anni nella seguente modalità:

 Nello specifico tra le attrezzature presenti nel fablab scolastico notiamo:

  • Lasercut 100W con area di lavoro di circa 90 x 120 cm

  • Fresa cnc con area di lavoro di circa 60 x 40 cm

  • 3 Stampanti 3d FDM

  • 1 stampante 3d con terracotta (WASP)

  • 1 forno per l’indurimento della terracotta e il gres

 

Durante il confronto ho raccontato brevemente la nostra storia, del rapporto con le varie istituzioni pubbliche che hanno fatto da contorno durante i nostri quattro spostamenti di sede. Ma ho dato anche qualche consiglio ai docenti presenti che volevano istituire un fablab scolastico: ho suggerito di organizzare, una volta avviati, progetti e iniziative di carattere sociale, al fine di catturare l’attenzione delle Istituzioni “pigre”.

Io e Nicolò abbiamo approfittato del pomeriggio per provare a colare della terracotta liquida all’interno di un stampo in gesso ottenuto grazie alla stampa 3d, con lo scopo di realizzare un piccolo vaso, che in realtà rappresenta una riproduzione delle “campane del vento” che venivano utilizzate sui mulini a vela in Portogallo per poter capire, grazie al tipo di suono riprodotto, intensità e direzione del vento.


Durante la restante parte del pomeriggio ho iniziato a collaborare all’assemblaggio della statua di Nelson Mandela.
 

NELSON MANDELA STATUE
Il progetto “Nelson Mandela statue”, ideato dal Lab Aberto Fablab in collaborazione con XYZ Lab, rappresentata da Nuno Gomes, è stato il progetto più sentito all’interno dell’evento da organizzatori e partecipanti. 

Il progetto collaborativo consiste nella riproduzione in scala 1:1 di Nelson Mandela, tramite stampa 3d.

Le fasi di lavoro sono state le seguenti:

  • scansione 3d della statua dislocata a Londra (effettuata da terzi e resa disponibile online tramite modello 3d)

  • sistemazione della mesh (il modello 3d scansionato presentava imperfezioni e Nuno, tramite il software Meshmixer, ha corretto le superfici corrotte)

  • stampa 3d di un primo prototipo in miniatura

  • scomposizione del modello in più parti, in modalità puzzle (usando il software Luban 3d)

  • tramite sondaggio è stata chiesta disponibilità a livello nazionale di stampare i circa 230 pezzi, per poterli avere in tempo breve

  • ricezione modelli in scala 1:10 , assemblaggio e incollaggio

  • creazione sondaggio per raccogliere adesioni per la stampa 3d dei componenti in scala 1:1 (numero pezzi sempre circa 230 pezzi). Questa volta i pezzi sono arrivati da tutto il mondo.

NB: in questa fase anche il We Do Fablab ha partecipato stampando, prima della partenza, tre pezzi inviateci online

  • inventario dei pezzi ricevuti (fortunatamente il software Luban marchia ogni pezzo con un codice identificativo per facilitare l’assemblaggio)

  • stampa dei pezzi mancanti in sede, compresi quelli arrivati con evidenti errori di stampa

  • assemblaggio e incollaggio

Io, Domenico, Nuno e Miguel abbiamo partecpato alla fase più complessa: l’inventario e l’assemblaggio; è stato necessario dividere i pezzi con ordine, a volte presenti in doppia copia. 

Durante il pomeriggio di venerdì ho iniziato ad aiutare Domenico e Nuno con l’incollaggio, ma ho anche continuato a vagare per i vari spazi del LAB CENTER per conoscere meglio i progetti presentati durante il Bootcamp.

Venerdì sera, insieme a Domenico e Nuno abbiamo deciso di prolungare il più possibile la nostra permanenza al fabab affinché il progetto Nelson Mandela potesse avanzare il più possibile.

Di fatto Nuno si è reso conto che lo stato del progetto della statua di Nelson Mandela avanzava lentamente, sia a causa di alcuni pezzi mancanti, sia a causa del complicato assemblaggio di alcune parti, che dovevano essere unite con un ordine specifico, che necessitava lucidità e concentrazione.
Per ovviare al problema dei pezzi mancanti già nel pomeriggio alcuni maker provenienti da altri fablab o makerspace portoghesi hanno portato la loro stampante 3d per poter mettere in stampa i pezzi.

E’ stato un progetto bellissimo, che ha contribuito a mettere in relazione persone con competenze diverse.

 

SABATO 16 LUGLIO 2022
Sabato 16 luglio è stata la giornata più movimentata del Bootcamp, ricca di interventi istituzionali e talk.

Oltre ad aiutare Domenico e Nuno ho assistito alla presentazione di Mathias Muller, ricercatore nel laboratorio di intelligenza artificiale di INTEL; ha presentato il progetto OpenBot, già abbastanza conosciuto nell’ambito maker in quanto permette di trasformare il proprio smartphone in un robot con intelligenza artificiale. Grazie ad un progetto open source il team ha sviluppato un modello di robot car che, grazie ad un supporto, è in grado di ospitare il proprio smartphone per poter compiere operazioni apparentemente molto complesse: seguire una persona, consegnare merce, fare delle foto in determinate circostanze, evitare ostacoli.
Grazie a questo progetto, nei mesi precedenti, all’interno del Lab Aberto Fablab è stato organizzato un workshop in cui diversi studenti hanno potuto costruire il proprio robot.

Nel primo pomeriggio mi sono nuovamente recato presso l’Istituto Comprensivo per riproporre la discussione sui metodi di implementazione di un fablab nella scuola.
Il format proposto è stato molto simile a quanto avvenuto il giorno prima e, anche se c’era una sola partecipante proveniente dal Brasile, è stato possibile confrontarci ulteriormente, analizzare le difficoltà legate alla creazione di un fablab scolastico e cogliere spunti di miglioramento.

Alle 16:30 invece è stato presentato il risultato del workshop collaborativo riguardante la statua di Nelson Mandela stampata in 3d.
E’ stato uno degli attimi più suggestivi perché in prima persona mi sono ritrovato a completare un lavoro durato quasi 3 giorni, incollando l’ultima parte della statua, la testa.
Nuno ha ringraziato pubblicamente il We Do Fablab per il lavoro svolto e ha spiegato in maniera dettagliata tutte le fasi di progetto.

A seguire è stato presentato il progetto Polargraph Gigante, con una piccola dimostrazione: il robot ha disegnato con un pennarello su di un vetro il logo del Lab Aberto Fablab.

 

DOMENICA 17 LUGLIO 2022
La domenica mattina è stata dedicata ad un confronto con i principali fablab e makerspace presenti in Portogallo. Siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di un’associazione di fablab portoghesi che opera a livello nazionale, incontrando alcuni degli esponenti che avevamo già conosciuto per altre circostanze online.

In particolare ho avuto un breve ma interessante confronto sulla possibilità di realizzare giochi ad hoc per bambini diversamente abili, con Carlos del fablab Buhino.

Il bootcamp per lo staff si è concluso con un pranzo nelle campagne a pochi km da Torres Vedras, dove c’è stato un momento di svago e relax.


INCONTRI DI ISPIRAZIONE
Alexandra e Miguel di Vivalab ci hanno accompagnato durante l’intera mobilità, affinché potessimo comprendere al meglio tutti gli aspetti organizzativi legati al movimento maker in Portogallo.

Ferdi è un ragazzi tedesco che vive in Spagna da anni, ma che parla anche portoghese. Lui ha gestito il progetto Polargraph insieme a Nicolò.

Ho conosciuto i ragazzi di MAUSER.PT, rivenditori online di componenti e accessori elettronici.

Joao Catarino, de la Oficina D’Almada Makerspace, ha aiutato molto l’organizzazione del bootcamp. Lui e suo figlio presentavano un progetto elettronico avente lo scopo di contare e monitorare da remoto di rifiuti, nello specifico sigarette e tappi in metallo. La loro idea sarebbe quella di presentarlo alle istituzioni (Comuni o scuole), che potrebbero ricavarne dei dati utili in termini di salute e offrire sconti o agevolazioni per incentivare la raccolta differenziata e comunque ridurre l’inquinamento ambientale.

Tra i progetti esposti c’era anche “The Recreator 3d”, una macchina open source (quindi replicabile da chiunque abbia una stampante 3d) in grado di tagliare bottiglie di plastica e trasformarle in filamento (PET). L’unico limite è la lunghezza del filamento, che si può ovviare utilizzando un sistema - già inventato e disponibile online - che salda insieme i capi di diverso filamento.
 

CONVIVIALITA’
Tutti i pranzi e le cene che hanno fatto da contorno a queste 4 impegnative giornate di formazione si sono svolte in compagnia dello staff, dei partecipanti e dei volontari del Bootcamp. Questo ha favorito una maggiore comunicazione e uno scambio di esperienze di cui faremo tesoro.

 

CRITICITA’
Purtroppo l’evento non ha avuto una grandissima affluenza di pubblico. Si sono contati circa 50 partecipanti, per un evento che ha necessitato più di un anno per essere organizzato e che aveva anche lo scopo di attirare nuovi curiosi e appassionati, oltre che di dare maggiore visibilità al mondo dei fablab.

Domenica, durante il confronto tra fablab portoghesi, è emersa la scarsa capacità di comunicare verso l’esterno dell’Associazione Lab Aberto Fablab.

L’organizzazione di alcuni workshop / talk non è avvenuta secondo quanto programmato, principalmente per un problema di tempistiche (spesso i talk o le presentazioni duravano più del previsto).
Ad esempio il mio intervento doveva essere ripetuto tre volte ed è avvenuto due volte, senza che ci fosse il tempo di mostrare le slide preparate e senza che venissero svolte dimostrazioni pratiche legate al fablab scolastico, eccetto che per la stampante 3d per terracotta.

Ho però apprezzato molto vedere il supporto reciproco di aziende, associazioni, liberi professionisti e istituzioni, volto a supportare lo spirito maker.
Ho anche apprezzato che durante alcuni talk non si è sceso troppo nei dettagli, parlando dell’aspetto tecnologico legato ai fablab - argomenti che in realtà sono stati ripresi dai numerosi gruppi informali che si sono creati durante l’evento; bensì si è parlato molto di metodo, processi, approccio all’insegnamento sfruttando le potenzialità della tecnologia digitale, ormai alla portata di tutti.

 

IL RITORNO NEL WE DO FABLAB
Questa esperienza mi ha dato la possibilità conoscere persone che mi piacerebbe coinvolgere in futuro, in primis Nuria del Fablab Leon, che già ci aveva ospitato a Giugno e che potrebbe aiutarci a catturare un diverso range di pubblico con iniziative legate alla moda e all’elettronica.

Anche Ferdi, Nuno, Alexandra e Miguel potrebbero essere una risorsa importante per degli eventi specifici al We Do Fablab, per questo siamo rimasti in contatto.
Questa esperienza mi ha fatto comprendere meglio le potenzialità della rete.

Posso darmi quattro obiettivi, da riportare all’interno dell’Associazione nel giro di 12 mesi:

  • rafforzare i rapporti con le realtà no profit del territorio che si occupano di making in senso lato

  • creare nuovi contatti con aziende, liberi professionisti, ecc. che possano essere interessati a collaborare su progetti ed eventi

  • potenziare il know how artistico / artigianale dell’Associazione

  • organizzare un evento sulla falsa riga di quello a cui abbiamo partecipato
     

  


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