Erasmus+ Lab Aberto Fablab 3

Erasmus+ Lab Aberto Fablab 3



ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Nicolò Cappagli

dal 14/07/2022 al 17/07/2022
Hosting organization: Lab Aberto Fablab - Portogallo
Progetto 2021-1-IT02-KA122-ADU-000020427

 

 

Il viaggio d’andata

Parto da Novara in prima mattinata del 13/07 per arrivare all’aeroporto di Malpensa alle 9.00, dove incontro i miei colleghi di viaggio.

Il volo non subisce ritardi e per le 14 ci ritroviamo nel nuovo paese. Mentre aspettiamo che la moglie e la figlia di Antonio (direttore del FabLab) passino a prenderci per condurci nel paesino di destinazione, Torres Vedras, ne approfittiamo per mangiare un boccone in Aeroporto. Le due accompagnatrici si sono subito dimostrate amichevoli e molto inclusive nei nostri confronti, ci hanno descritto il territorio limitrofo a Lisbona evidenziandone curiosità e caratteristiche, territorio che, per quanto sia più aspro, torrido e meno verde, mi ha ricordato per molti altri aspetti la Toscana.

Nel pomeriggio arriviamo a Torres, conosciamo Antonio e facciamo il check-in presso l’Albergo a noi riservato. Dopo esserci riposati un attimo, ci siamo recati un po’ in giro, per visitare il luogo dove avremmo trascorso la settimana.

 

Polargraph e Repair Cafe

Subito dal primo giorno ho avuto modo di lavorare al Polargraph con due eccellenti makers: Ferdinand e Miguel, con cui ho subito legato molto.

Il progetto mi ha permesso di applicare le mie conoscenze in ambito del problem solving, manuale e robotico, in un ambiente lavorativo composto da un Team in cui la condivisione di idee è stata fondamentale. I ruoli all’interno della realizzazione del progetto erano aperti e spesso svolti in contemporanea da più persone, permettendo anche agli eventuali osservatori di interagire e partecipare attivamente alla realizzazione.

Il Polargraph, un plotter bidimensionale a muro, è costituito da due motori stepper che si trovano agli estremi di un asse di legno a cui sono montati due puleggie con fili che si uniscono a quella che viene definita gondola, un cardine stampato in 3d nel cui centro è collocata una penna. Variando la lunghezza dei due fili e ruotando la puleggia è possibilie collocare la penna in qualsiasi posizione dell’area di lavoro (tramite reverse kinematics gestita dal firmware Marlin).

Per quanto riguarda il Repair Cafe ( ovvero la collaborazione di più persone finalizzata a riparare, o almeno provarci, dispositivi danneggiati portati dai partecipanti) la partecipazione prevista alla  fine non si è realizzata dati gli impegni e le molte cose da fare e da vedere durante il bootcamp.

 

Mandela statue

Il secondo Progetto a cui ho lavorato, seppur per poco poco tempo, sfruttando i momenti di assenza di Ferdi e Miguel, prevedeva la costruzione di una statua in scala 1:1 di Nelson Mandela tramite assemblaggio di pezzi in PLA stampati da volontari provenienti da più parti del mondo.

La statua finita è composta da circa 230 pezzi,contiene 25kg di PLA e 5 flaconi di colla.

 

 

Culinaria

Forse una delle maggiori critiche che posso fare al paese ospitante è la presenza di una tradizione culinaria abbastanza povera  e poco originale, per quanto possa giudicare, dal momento che non abbiamo avuto modo di assaporare i var sapori, a causa dei pochi giorni e del poco tempo. anche se, a difesa di questa, non abbiamo avuto modo di sperimentare eccessivamente durante la mobilità.

Particolarmente interessanti invece si sono rivelati i dolci tipici tra cui i famosi pastel de Nata, pasticcini di sfoglia con una crema molto ferma tipica e con sopra una spolverata di cannella.

 

Il bootcamp

Le attività disponibili durante il bootcamp 2022 sono state molte e soprattutto variegate, spaziavano da laboratori di wearable circuit a interventi di persone provenienti da ogni angolo del mondo, e trattavano temi come l’IA, la robotica e la stampa 3D.

Tra tutti gli stand presenti quello che mi ha colpito di più è stato quello di un’azienda portoghese specializzata in 3d scanning, stampa 3D e CNC, stand dove avuto modo di provare uno strumento a penna capace di rilevare la posizione di questa nello spazio. Tali dati servono per svolgere attività di sculpting 3D virtuale e offrono capacita di hapting (la sensazione di un feedback capace di opporre resistenza ogni qualvolta lo strumento virtuale fosse in contatto con l’oggetto).

Altro stand interessante mostrava il processo di riciclo di bottiglie in PET convertite poi in filo per stampa 3D utilizzabile, a sua volta, per stampare altri oggetti.

              

La scuola

Impressione più che positiva mi è stata lasciata dalla scuola gemellata col fablab, struttura moderna e imponente ospitante 1400 studenti, dotata di bar interno, di una cartoleria per studenti, di una biblioteca e di un laboratorio FabLab equipaggiato di stampe 3D, taglio laser e altri strumenti del settore.

Durante la visita in questo luogo abbiamo avuto modo di svolgere un laboratorio di ceramiche, stampando uno stesso vaso in 3D con argilla e tramite stampi in gesso, vedere il taglio laser in funzione e assistere a un’esperienza di motion capture.

                  

L’ultimo giorno e Lisbona

Dopo la mattinata di recap e di saluti presso la sede del fablab prendiamo la macchina e, dopo una mezz’oretta di viaggio, arriviamo presso una struttura moderna dotata di piscina e collocata sulle colline portoghesi. Qui mangiamo quello che sarebbe stato l’ultimo pasto con il team.

Terminato il pasto, la gioia dell’arrivo alla fine di un percorso viene rimpiazzata dalla tristezza dell’addio e dai saluti che ci separeranno da coloro che per una settimana sono stati, per noi, quasi come una famiglia. Ci si lascia con la promessa di rivedersi nel prossimo bootcamp 2024. Kristina ci accompagna alla fermata del bus per Lisbona.

Nel pomeriggio arriviamo nella capitale e, dopo aver bevuto una pina colada analcolica servita in un ananas e percorso un pezzo di lungomare, ci dirigiamo verso l’entroterra per poi salire al castello di Sajo Jeorge, una maestosa struttura medievale piena di pavoni lasciati liberi di circolare tra la gente e da cui si poteva assistere a una vista mozzafiato della città, che dall’alto mostra tutta la sua bellezza.

Dopo aver cenato in un locale di strada ci dirigiamo verso Torres Vedras per quella che sarebbe stata l’ultima notte.

 

Le persone

Indubbiamente il segno più profondo che l’esperienza mi ha lasciato riguarda i rapporti che sono riuscito ad instaurare con le persone che mi hanno accompagnato in questa bellissima esperienza, permettendomi di praticare la lingua straniera, relazionarmi con le persone e conoscere la cultura di un paese estero.

 

Sum-up

Facendo un bilancio della mobilità sostengo che questa sia stata un esperienza a 360 gradi, un’esperienza che mi ha permesso di vedere un nuovo paese, conoscere gente proveniente da ogni dove, assaggiare piatti tradizionali e conoscere le tradizioni in se’. Il tutto grazie alla passione comune di ogni membro del team che, nell’opportunità offerta da Antonio ha visto la possibilità di un’esperienza.

 

Ipotesi di ritorno al we do fablab

Sostengo che la modalità migliore di rientro dell’esperienza acquisita durante la mobilità all’interno del fablab sia la realizzazione di laboratori che permettano agli interessati di provare in prima persona le attività svolte.

Carina sarebbe quindi la realizzazione di un polargraph targato “We Do”, un sistema di riciclo del PET, un laboratorio di wearable circuit o la realizzazione di una statua Mandela style. Tale soluzione è impegnativa e laboriosa ma credo sia anche l’unico modo di trasmettere le sensazioni e le conoscenze che abbiamo avuto modo di sperimentare, senza dilungarsi in lunghe e noiose descrizioni di esperienze che, dall’ascoltatore, vengano percepite come lontane e inconsistenti.


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