Erasmus+ Piarist Outlook Center

Erasmus+ Piarist Outlook Center



ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Rebecca Abbagnano

dal 16/10/2022 al 19/10/2022
Hosting organization: Piarist Outlook Center - Ungheria
Progetto 2021-1-IT02-KA122-ADU-000020427

 
 

LA SCUOLA

Piarist Outlook Center si trova nella cittadina di Vác, a nord di Budapest. È un centro per l'orientamento professionale, simile al nostro VCO Formazione, e ha come obiettivo l'inserimento nel mondo del lavoro di ragazzi con disabilità, costruendo un percorso di vita per questi ragazzi basato sulle loro esigenze. Oltre a questo il centro svolge anche ricerche per lo sviluppo metodologico. András Czoch è il coordinatore del laboratorio creativo e lavora a fianco del suo team, composto sia da insegnanti che da psicologi per raggiungere il loro obiettivo.

Czoch è stato il nostro referente per i due giorni della mobilità, il primo dedicato alla visita dell'istituto e il secondo dedicato al Festival del giorno delle ragazze.

 

LA VISITA ALLA SCUOLA

La scuola si trova all'interno di un convento francescano a Vác, è divisa su più piani, al primo piano si trovano le aule dove vengono tenuti i materiali, l'aula magna e un'aula più grande; al secondo piano si trovano invece la cucina, gli uffici e le aule dedicate alle strumentazioni per le visite dei ragazzi come il macchinario per misurare il tremore delle mani. 

Gli armadi delle aule al primo piano sono pieni di materiale riciclato che Cook conserva per i progetti dei ragazzi, come le ciotole per snack in legno. In un'aula è presente anche una macchina da cucire della Singer che funge anche da ricamatrice e che si può usare anche con il filo conduttivo. I ragazzi utilizzano principalmente dei kit per costruire piccoli robot come quello della Lego o della Makeblock che si programmano attraverso una Micro:bit, un microcontrollore che viene programmato molto facilmente utilizzando il programma mBlock. 

Dopo aver fatto il giro della scuola Cook ha lasciato me e Giada a sperimentare con i robot block, dei cubi che si collegano tra di loro con una calamita e in base al cubo possono fare determinate cose: al cubo che contiene il motorino si può collegare quello con le ruote o con le luci e questo si muoverà o accenderà le luci. Più tardi Cook ci ha chiesto di aiutarlo con la programmazione del mBot per il giorno dopo che ci sarebbe stato il Festival delle ragazze. La programmazione l'abbiamo fatta prendendo le misure sulla cartina geografica e poi mettendo la misura nel programma per fare andare avanti il robot di una specifica misura. Dopo aver creato le cinque programmazioni che servivano abbiamo mangiato insieme al team e successivamente abbiamo assistito alla spiegazione dell'attività che si sarebbe svolta il giorno seguente. Finita la presentazione, in ungherese, abbiamo aiutato nell'assemblaggio delle casseforti, tagliate con la laser cut, che sarebbero servite anche queste per il festival. Seppur con fatica, visto i piccoli pezzi e la precisione con la quale andavano montate siamo riuscite e dopo aver finito abbiamo ripreso il treno e siamo tornate a Budapest, dedicando il resto del pomeriggio alla visita di Buda.

 

IL FESTIVAL DELLE RAGAZZE

Martedì mattina, dopo aver girato per un po' per la città, ci siamo dirette verso l'acquario dove si sarebbe tenuto il festival. 

Il festival consisteva in un salone dell'orientamento dove erano presenti scuole, università e proposte di lavoro che proponevano workshop dedicati alle ragazze della mia età e incentrati sulle materie STEAM.

Io e Giada siamo arrivate verso le 10 e subito ci siamo messe ad aiutare per allestire la stanza dove eravamo, dopo aver spostato i tavoli e posizionato la cartina geografica ci siamo rese conto che le programmazioni fatte il giorno prima non andavano bene e quindi le abbiamo sistemate. Verso le 13 passate è arrivato il primo gruppo composto da una ventina di ragazze. L'attività che dovevano svolgere si basava sul trovare, in seguito ad un disastro ambientale, la collocazione corretta sulla cartina delle cinque banche dei semi rimaste. Le ragazze sono state divise in quattro gruppi composti da cinque persone, ogni ragazza doveva scegliere un personaggio femminile, famoso per aver scoperto/ inventato qualcosa in ambito STEAM, tra quelli proposti; in seguito dovevano svolgere i compiti assegnati al proprio personaggio, c'era chi doveva cercare in giro per la stanza con l'aiuto di una Micro:bit, precedentemente programmata e una bussola, i vari pezzi che mancavano per comporre il mBot; successivamente bisognava montare il mBot e correggere nella programmazione l'errore e caricarla sul robot. Dopodiché bisognava posizionare il robot nel punto che diceva la cartina e farlo partire, questo si sarebbe fermato nel punto esatto dove c'era un foglietto con dietro un codice che sarebbe servito per sbloccare la cassaforte, all'interno di essa erano presenti dei sacchetti con dei semi per le ragazze. Finito il primo gruppo abbiamo aiutato a sistemare di nuovo tutto e subito dopo è arrivato il secondo gruppo, questa volta meno numeroso. Dopo aver finito anche con il secondo gruppo Cook ci ha consigliato di andare a visitare il Maker's Red Box che si trovava lì vicino.

 

LA VISITA AL MAKER'S RED BOX E AL FABLAB DI BUDAPEST

Una volta uscite dall'acquario ci siamo dirette al Maker's Red Box, li ci ha accolto la responsabile e dopo averle detto che eravamo lì sotto consiglio di Cook ci ha mostrato la struttura: questa è composta da due stanza, la prima è molto ampia ed è utilizzata come ufficio mentre la seconda contiene i macchinari tra i quali la laser cut e i tavoli da lavoro. La responsabile ci ha raccontato la storia della struttura e ci ha fatto vedere il progetto al quale stavano lavorando: una scatola indirizzata agli studenti delle scuole che contiene tutto il materiale, ideato e realizzato da loro, per sensibilizzare gli studenti sui cambiamenti climatici utilizzando anche una scheda programmabile. Finita la visita di è stato consigliato di visitare il FabLab di Budapest, anche quello non molto lontano, abbiamo deciso allora di andarci. Arrivate lì ci hanno accolte con titubanza perché non si aspettavano una nostra visita, il responsabile, molto disponibile, ci ha fatto fare il giro della struttura che non è molto ampia, infatti è composta da quattro stanze: la prima è la principale, funge da ufficio ma ci sono molti macchinari tra i quali una macchina da cucire molto antiquata, molte stampanti 3d, uno scanner e una stampante UV, la seconda stanza invece funge da falegnameria, all'interno sono presenti molte macchine a controllo numerico, la terza stanza è molto piccola ed è riservata alla parte elettronica e al magazzino, infine la quarta ospita macchinari per la lavorazione del metallo.

 

RITORNO AL WE DO FABLAB

Sia al Piarist Outlook Center, al Maker's Red Box che al FabLab di Budapest non viene data molta importanza al cucito, anzi al Maker's Red Box non è neanche presente una macchina da cucire mentre al FabLab la macchina è inutilizzata e molto vecchia. Almeno al Piarist Outlook Center la macchina c'è ed è anche uno degli ultimi modelli della Singer. Per questo motivo ho pensato che al We Do FabLab si potrebbe dare una maggiore importanza a questa materia, magari organizzando dei workshop per i più grandi utilizzando la macchina da cucire industriale e per i più piccoli ago e filo, utilizzando materiali più spessi come il feltro che possa essere cucito con aghi spessi e poco appuntiti, si potrebbero creare dei giocattoli come pupazzetti e marionette oppure bamboline di lana che poi potranno essere vestite con vestitini realizzati da loro. Oltre a ciò si potranno creare anche degli accessori sempre per i più piccoli che potranno essere realizzati durante degli incontri tra scuole e We Do FabLab. Per i ragazzi/adulti si potrebbe pensare di realizzare dei corsi di cucito che prevedano anche l'utilizzo di altri macchinari come la laser cut, la termopressa e il plotter da taglio, per creare anche indumenti che diano libero sfogo alla fantasia, quindi non da indossare ma più da mostrare come se fosse da esporre stando attenti alla sostenibilità utilizzando materiali di riciclo. Oltre a dedicarsi al cucito si potrebbe dare spazio anche all'elettronica unita al cucito, i cosiddetti wearable, anche qui coinvolgendo sia i più piccoli che i più grandi in workshop e corsi dedicati a questo. 

Parlando invece di elettronica si potrebbero creare dei corsi di programmazione e robotica da proporre alle scuole, anche superiori, del territorio, fornendo dei corsi ai ragazzi interessati.


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