Erasmus+ Toy Hacking 6

Erasmus+ Toy Hacking 6



ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Barbara Costanzo

dal 12/02/2024 al 16/02/2024
Hosting organization: Buinho Associação - Portogallo
Workshop Toy Hacking
2023-1-IT02-KA121-ADU-000115822

 

 

L’associazione “We Do FabLab” aderisce al programma Erasmus+ che promuove percorsi formativi per adulti, con mobilità nelle sedi di enti accreditati situati in vari paesi europei. Grazie a questa possibilità, ho partecipato al workshop “Toy hacking” presso l’associazione portoghese “Buinho”; questo ha rappresentato per me sia un’opportunità che una sfida, visto il contesto e il diverso ambito di conoscenze e competenze coinvolte rispetto a quelle che metto in campo nel mio lavoro di docente. 

Ho deciso di partecipare a questo workshop in seguito ad un corso di formazione del WeDo FabLab, in cui mi sono approcciata al disegno vettoriale, alla stampa 3D, al coding. I contenuti che ho appreso hanno un grande potenziale di applicazione nella didattica, in particolare per le discipline STEAM, perché risultano intuitivi, stimolanti e inclusivi. Ho voluto quindi sviluppare ulteriormente questo percorso formativo e il “Toy hacking”, per la sua scansione e organizzazione, rappresentava per me un approfondimento e un’occasione di fare pratica.

Come suggerisce il nome, il corso prevede la modifica di un giocattolo. Questo, in realtà, è un punto di partenza per affrontare contenuti che spaziano dal concetto di recupero e riutilizzo all’uso del coding, nell’ottica di sviluppare competenze tecniche, ma anche un approccio creativo alla soluzione di problemi. 

 

L’ORGANIZZAZIONE OSPITANTE

“Buinho” è un’associazione attiva dal 2015 nel campo dell’educazione, della formazione, dell’innovazione. La sede principale è a Messejana, un piccolo centro abitato nel distretto di Beja, nel Sud del Portogallo: è un “hub creativo” in cui ci sono spazi ampi, accoglienti e ben attrezzati, che diventa luogo di incontro e collaborazione in cui artisti, makers, studenti progettano, scambiano e realizzano le loro idee. Il workshop si è tenuto in un’altra sede, cioè nei locali del making space dell’associazione, che si trova a Carcavelos, una tranquilla cittadina affacciata sull’Oceano Atlantico, a circa 15 km da Lisbona. 

Carlos Alcobia è il general manager, nonché esperto formatore e organizzatore di progetti Erasmus+: ha ricevuto con calore me e i miei compagni di viaggio, mettendoci a nostro agio, presentandoci l’associazione, mostrandoci i locali e le dotazioni che avremmo utilizzato, invitandoci ad esplorare gli spazi e a viverli, anche utilizzando l’angolo cottura a disposizione.

Carlos è il formatore ideale per chi, come me, ha poca esperienza con i contenuti del corso. Parlare con lui è facile per il suo approccio tranquillo e disponibile; spiega chiaramente, riesce ad infondere fiducia e a guidare alla risoluzione di problemi.

 

Il WORKSHOP

Sono stati cinque giorni intensi, divertenti e formativi, in cui non è stato pesante nemmeno soffermarsi di più nel making space, oltre l’orario previsto, per il semplice gusto di imparare e sperimentare. Ogni giorno iniziava con un’introduzione nella saletta al piano interrato, in cui venivano presentati i contenuti che avremmo affrontato, con spazio per confronto e domande. In seguito, ci si spostava al piano superiore, dove ci si esercitava a fare pratica fino al termine delle attività (con l’esclusione della necessaria pausa pranzo). 

Primo giorno- Dopo le presentazioni e la reciproca conoscenza, mi sono cimentata nella prima sfida: provare a riparare un giocattolo. L’approccio consisteva in una prima osservazione per cercare di comprendere il problema, seguita da un’analisi dei componenti interni del giocattolo, dopo averlo smontato. Il passo successivo prevedeva la sostituzione di ciò che era usurato e l’eventuale ricostruzione di circuiti. Quest’attività ha rappresentato per me un’introduzione a qualcosa di totalmente nuovo, ovvero elettrotecnica e saldatura. Inoltre, mi ha permesso di focalizzarmi sull’analisi dei problemi e sulla loro risoluzione. 

Secondo giorno- “Toy hacking”, ovvero  modificare un giocattolo. Il concetto in sé è semplice, ma non nascondo che l’operazione è stata per me laboriosa. Con le conoscenze apprese il giorno precedente e utilizzando interruttori, batterie con relativo alloggio, cavi, schede di amplificazione e bluetooth e uno speaker, ho realizzato un circuito funzionante da inserire in un pelouche. E’ stato davvero divertente osservare il risultato finale e ascoltare questo giocattolo “parlare e cantare”, una volta connesso al mio smartphone. 

Terzo giorno- Cultural day. Carlos ha organizzato una giornata all’insegna del relax e della cultura, con visita a Cascais, una pittoresca cittadina affacciata sull’Oceano Atlantico, ricca di storia, tradizioni e attività ricreative. Abbiamo passeggiato lungo la spiaggia, per poi addentrarci nel borgo che mantiene il suo fascino antico di villaggio marinaro. In seguito, abbiamo visitato due musei e un’esposizione d’arte; per terminare il tour, non ci siamo fatti mancare il percorso lungo la promenade con ville nobiliari di inizio ‘900. E’ stata una giornata davvero bella.

Quarto giorno- Abbiamo esplorato le potenzialità del sistema Microbit e del coding applicato alla modifica di un giocattolo. Ho utilizzato semplici programmi secondo le istruzioni fornite da Carlos e ho potuto comprendere come il microprocessore possa essere uno strumento in grado di aggiungere funzionalità, come ad esempio il collegamento con un altro dispositivo o a sensori che possano rendere il giocattolo interattivo. Infine, ho scelto un piccolo pelouche da “hackerare”, con l’idea di farlo diventare un sensore di temperatura e umidità, che possa trasmettere i dati rilevati, ad esempio, ad uno smartphone collegato. Per mancanza di tempo, mi sono ripromessa di terminare il lavoro una volta tornata a casa.

Quinto giorno- E’ il momento del confronto finale e dei saluti. Inutile dire che avrei voluto addirittura che il corso durasse di più, perché mi sarebbe piaciuto approfondire gli argomenti trattati e impratichirmi ulteriormente. Torno più ricca di conoscenze, con competenze da applicare nel mio ambito lavorativo, con la voglia di replicare quello che ho imparato in progetti utili e creativi. Ringrazio Carlos di avere aggiunto altre motivazioni al mio impegno quotidiano.
 

IL RITORNO

L’esperienza è stata per me decisamente positiva. Mi ha permesso di imparare, mettermi alla prova in ambiti nuovi, in un contesto diverso da quello per me usuale ed è stata fonte di ispirazione per idee che intendo portare avanti.

Ho senz’altro maturato competenze nell’ambito making e nell’elettronica di base. Inoltre ho ancora di più rafforzato la mia convinzione che questa tipologia di attività sia utile, stimolante e che favorisca l’inclusione di coloro che, per varie motivazioni, sono identificabili come soggetti fragili. 

Mi piacerebbe poter replicare le attività all’interno del We Do FabLab, fornendo il mio contributo, magari declinando l’offerta in base ad esigenze specifiche. Ad esempio, potrebbe essere rivolta a studenti delle scuole del circondario ed essere sviluppata ancora di più sull’idea del riutilizzo, del recupero e del riciclo. Credo che quest’ultimo aspetto sia un fondamentale accompagnamento agli altri contenuti più tecnici, in quanto sensibilizzerebbe sul tema dell’incremento dei rifiuti, soprattutto elettronici. Nella propria interezza, un corso con questa struttura insegnerebbe quanto serve  a riparare o creare nuovi utilizzi per qualcosa che, spesso frettolosamente, verrebbe buttato, perché ritenuto non funzionante o inutile.

 


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